Premessa
Per quanto sembri banale, il trattamento della caviglia rotta non va preso troppo alla leggera. Possono infatti sorgere complicazioni dovute a una mancata accuratezza nei procedimenti da adottare.
La frattura di caviglia è un termine diagnostico serve a indicare una anomalia nell’integrità anatomica dell’osso a livello del piede/caviglia.
Una caviglia rotta può essere conseguenza di traumi intensi, come una forte caduta o l’impatto di un oggetto sul piede o la caviglia. Non solo: può anche capitare a causa di traumi a più bassa intensità, per esempio una storta (distorsione) alla caviglia.
La frattura della caviglia, la maggior parte delle volte, tende a localizzarsi a livello del malleolo laterale (la parte del perone che sporge sulla parte esterna della caviglia). Più raramente, invece, si localizza a livello del malleolo interno (la parte della tibia che sporge sulla parte interna della caviglia) o sull’astragalo (l’osso su cui si appoggiano tibia e perone a livello della caviglia).
Seppur sia un disturbo muscolo scheletrico abbastanza comune negli accessi al pronto soccorso, non deve essere MAI sottovalutato. Va infatti gestito correttamente per non incorrere in disturbi secondari e collegati. Tra le conseguenze più comuni ci sono la TVP (trombosi venosa profonda), algodistrofia, ritardi di consolidazione, problematiche nervose o vascolari.
Lo scopo di questo articolo è quindi aiutare tutti quei pazienti che hanno avuto una frattura di caviglia a scoprire i segni e i sintomi più caratteristici, come si effettua una diagnosi corretta, tempi di guarigione, recupero e come sgonfiare fin dalle prime fasi la frattura di caviglia.
Frattura di caviglia: i sintomi
Riconoscere una caviglia rotta per gli specialisti sia medici che fisioterapisti, fortunatamente, è abbastanza facile. Infatti gli specialisti hanno a disposizione degli strumenti valutativi, basati su alcuni criteri molto specifici, che sono in grado di escludere o accertare quasi al 100% la frattura di caviglia.
Per i pazienti invece potrebbe essere molto più difficoltoso, con il rischio di scambiarla per una banale storta di caviglia o una contusione di modesta entità. Solitamente, una frattura di caviglia avviene dopo un trauma diretto (come una contusione) o una distorsione di caviglia e si manifesta con:
- dolore molto intenso localizzato al piede o alla caviglia a seconda della zona di frattura;
- impossibilità di dare il peso sull’arto inferiore dal lato della caviglia fratturata o impossibilità di eseguire più di 4 passi in totale;
- gonfiore a livello di piede e caviglia;
- ecchimosi (livido) più frequentemente esteso nella zona laterale (esterna) e meno esteso nella zona mediale (interna) nei traumi distorsivi di caviglia o diffuso in caso di impatto o trauma diretto;
- escoriazione ed esposizione dell’osso nei casi di traumi importanti e fratture scomposte.
Come si diagnostica una caviglia rotta
La diagnosi di frattura di caviglia consiste essenzialmente in due fasi:
- una fase clinica – attraverso una visita con il medico o il fisioterapista;
- una fase strumentale – attraverso una radiografia o una TAC.
Durante la prima fase della diagnosi di frattura di caviglia si eseguiranno test specifici, noti come Ottawa Ankle Rules. Questa batteria di test permette di valutare diverse aree a livello di piede e caviglia, comprendendo la palpazione delle sporgenze ossee specifiche (come la parte finale del malleolo interno o del malleolo esterno) e prendendo in considerazione la capacità di caricare sull’arto e la localizzazione dei sintomi.
Attraverso queste procedure, se sono tutte negative, è possibile non tanto fare diagnosi di frattura di caviglia, bensì escluderla con una probabilità prossima al 100%. Se alcuni di questi test, invece, risultano positivi, il paziente dovrà sottoporsi a una radiografia o a una TAC per confermare la diagnosi o escludere la presenza di fratture.
Nella seconda fase nella diagnosi di frattura di caviglia il paziente si sottoporrà a radiografia o TAC. Solitamente già mediante la radiografia si può identificare una frattura di caviglia ma, nei casi più complessi, sarà necessaria la TAC.
Queste fasi della diagnosi di distorsioni di caviglia vengono attuate anche in Pronto Soccorso, dove i pazienti potrebbero accedere direttamente senza, prima, essere stati visitati privatamente dal fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico o dal medico di medicina generale o dall’ortopedico.
Una volta eseguita la diagnosi, e resa chiara la situazione dell’articolazione, sarà possibile stabilire i tempi di guarigione e recupero. Questo ovviamente oltre alla messa in atto del piano terapeutico. In questa occasione il fisioterapista o il medico ti daranno consigli su cosa è necessario fare per sgonfiare la caviglia e ridurre il dolore fin dai primi momenti.
Trattamento della caviglia rotta: è possibile camminare?
Nelle primissime fasi dopo una frattura di caviglia NON è possibile camminare, dal momento che peggiorerebbe o ritarderebbe il processo di guarigione. Dopo aver ricevuto la diagnosi di caviglia rotta, infatti la zona viene immobilizzata e viene detto ai pazienti di usufruire di stampelle. Questo per fare in modo che, tenendo sollevata la caviglia fratturata, possano essere autonomi nel cammino, evitando di caricare sulla zona lesa.
Camminare dopo una frattura di caviglia sarà un’attività ripresa dopo un certo periodo di tempo trascorso, sulla base degli esiti delle radiografie di controllo, del dolore alla caviglia e dello schema del passo. Tutto questo processo prende il nome di recupero riabilitativo post frattura di caviglia e sarà svolto assieme al fisioterapista specializzato in disturbi muscolo-scheletrici.
Il fisioterapista saprà aiutare il paziente in diversi modi:
- sgonfiare la caviglia;
- riprendere la mobilità del piede e della caviglia;
- ridurre progressivamente il dolore;
- riprendere a camminare (togliendo progressivamente una stampella e poi camminando senza l’uso delle stesse).
- Riprendere le normali attività sportive o lavorative.
Come sgonfiare la caviglia dopo una frattura
Sgonfiare la caviglia immediatamente dopo una frattura non è possibile. Il gonfiore appena dopo frattura di caviglia è normale e indispensabile per favorire il processo di guarigione. Esistono però alcune accortezze che i pazienti dovrebbero adottare per ridurre minimamente il gonfiore e impedirne un peggioramento:
- elevare la gamba, mantenere l’arto in una posizione più alta rispetto al corpo attraverso l’utilizzo di cuscini;
- evitare di mantenere per tempi prolungati la posizione eretta evitando, quindi un peggioramento del gonfiore a causa della gravità;
- muovere attivamente le dita del piede (se non immobilizzati e in linea con l’indicazione ortopedica).
Si può utilizzare una calza elastica dopo una frattura caviglia?
Il ruolo della calza elastica nel trattamento della caviglia rotta è molto utile nelle prime fasi successive all’immobilizzazione. La compressione, come quella data da tutori esterni o da bendaggi eseguiti dal fisioterapista, aiuta a ridurre il gonfiore dopo i traumi distorsivi alla caviglia.
La calza elastica sarebbe inoltre particolarmente indicata per tutti pazienti che sono a rischio di insorgenza di problematiche secondarie come TVP (trombosi venosa periferica), stasi venosa e linfatica (linfedema) o altre patologie a carico del sistema circolatorio e linfatico.
Trattamento della caviglia rotta: la riabilitazione
Come dopo ogni frattura, visto che un osso richiede diverse settimane per guarire, sarà opportuno un periodo di riabilitazione. Il fisioterapista effettuerà manovre di terapia manuale per ridurre il dolore e aumentare la mobilità dell’articolazione.
Inoltre, verranno prescritti esercizi terapeutici, specifici per la situazione fisica, ma anche sociale del paziente. Sarà infatti necessario restituire forza e stabilità alla caviglia, per evitare traumi futuri e per garantire un ritorno pieno e sicuro alla vita quotidiana precedente alla frattura.
Conclusione
Se hai subito un trauma e sospetti di avere una caviglia rotta, non aspettare e non prendere la situazione alla leggera. Trattare immediatamente l’articolazione, farla guarire e fare riabilitazione sono passi fondamentali. Garantiranno infatti al tuo corpo di tornare alle sue attività e funzioni normali, scongiurando il pericolo di complicazioni o di incappare di nuovo nello stesso trauma.
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F.A.Q.
La frattura di caviglia è una anomalia nell’integrità anatomica dell’osso del piede o della caviglia.
Una frattura di caviglia può essere causata da traumi intensi o meno intensi, come una forte caduta, un impatto sul piede o una storta alla caviglia.
La maggior parte delle fratture di caviglia si localizzano al malleolo laterale, ma possono anche colpire il malleolo interno o l’astragalo.
Tra le conseguenze di una frattura di caviglia non trattata correttamente ci sono la trombosi venosa profonda, l’algodistrofia, i ritardi di consolidazione, le problematiche nervose o vascolari.
I sintomi di una frattura di caviglia sono dolore intenso, difficoltà nel dare peso sull’arto, gonfiore, ecchimosi, escoriazione dell’osso.
La diagnosi di frattura di caviglia consiste in una valutazione clinica e in una immagine diagnostica, come una radiografia o una TC.
I tempi di guarigione di una frattura di caviglia possono variare in base alla gravità della frattura e alla tempestività del trattamento, ma in generale possono essere compresi tra 4 e 8 settimane.